giovedì 31 marzo 2011

Un passo alla volta

Ad inizio 2011 è stato richiesto all’Amministrazione Comunale, in quanto voce della Comunità Banina, di definire la sua posizione in merito al movimento dei carri, ed in particolare nei punti che riteniamo fondamentali per il proseguimento di questa nostra attività:

- di definire cioè l’importanza e l’interesse del nostro movimento;

- di identificare nuovamente un interlocutore dell’Amministrazione cui interfacciarci in modo costruttivo;

- di aiutarci a risolvere il problema dei luoghi disponibili per allestire i carri.

Le risposte in merito lasciano ad oggi ben sperare per il futuro.

L’interlocutore principale per questa nostra attività è tornato ad essere Davide, che ha ribadito chiaramente l’importanza culturale e di aggregazione giovanile del movimento dei carri, tanto da garantire nei limiti del possibile l’appoggio della Comunità. Tali limiti sono dettati dallo stato attuale in cui versa la Spesa Pubblica Italiana, che in questi anni di crisi è costretta a risparmiare per impegnare le risorse disponibili verso le necessità principali.

Quindi la nostra soluzione, per poter continuare disgnitosamente a costruire i carri ed alimentare questa importante opportunità di aggregazione e crescita, è quella di valutare e fronteggiare la spesa dell’acquisto di un “tetto” che copra definitivamente l’esigenza di almeno tre gruppi, rinunciando per un certo numero di anni a parte del premio del concorso.

Questa valutazione è garantita dal fatto che il montepremi normalmente disponibile, e che sulla media degli degli anni passati non da motivo di subire variazioni, è attualmente di sedicimila euro, da cui in definitiva e se necessario sarà tolta annualmente una parte per finanziare questo importante investimento.

Chiaramente ci saranno anni fortunati in cui il biglietto dello spettacolo ci garantirà di coprire in toto o in parte la rata del prestito, e anni in cui saremo chiamati a fare delle rinuncie. Fermo restando che tutti ci impegneremo nel reperire da sponsor e dalla vendita dei pupazzi quanto più possibile.

Quello che è chiaro è che le Compagnie non sono ne disposte a rinunciare ai carri ne disposte ad accettare una situazione di incertezza che non permette un miglioramento e non garantisce continuità nel tempo. Dobbiamo perciò guardare al futuro.

I carri sono forse la tradizone culturale spontanea più significativa del nostro borgo, perchè impegnano per tutta l’estate un buon numero di giovani e ragazzi, dando loro la possibilità di imparare a stare insieme in modo costruttivo, rispettando la proprietà altrui e gli impegni presi, cosa che tutti possono valutare concretamente nel carro stesso.

Spesso in passato questi ragazzi sono stati etichettati a ragione e a torto come fonte di problemi e disordine. In una situazione in cui “si deve imparare” è normale che ci siano dei problemi, ma questa non deve essere la motivazione di pochi per non avere fiducia nel futuro.

Questo è solo l’ultimo rifugio degli incapaci. E noi certamente non lo siamo: lo dimostriamo da cinquant’anni non a parole, ma nei fatti con il nostro spettacolo, frutto di fantasia e ingegno.

Spero con queste mie parole di aver reso partecipe gli Scrausi e i lettori di questo blog di quello che è il cammino che stiamo per intraprendere, un passo alla volta. Insieme le Compagnie hanno fatto il primo e siamo sicuri che sempre più persone vorranno camminare con noi.


Qpo

lunedì 7 marzo 2011

Scrausi al Carnevalocco!

Sarò breve (per la gioa di marx... ), ma credo sia importante sottolineare il piccolo movimento carristico del "Carnevalocco" di Casalmaiocco, sia per la presenza della compagnia dei nostri amici Marco e Andrea, in prima fila nell'organizzazzione, che per la semplicità di un Carnevale dal gusto semplice e genuino.
Da loro impariamo quanto non sia importante che i carri siano belli o brutti, grandi o piccoli (di dimensioni, non luka...), l'importante è che ci siano per divertirsi nel costruirli insieme ai propri amici. Altrimenti non mi spiego proprio perchè ogni anno a settembre i nostri due Casalini si facciano certe scampagnate serali da 50 km!
Non è difficile da capire, forse dovremmo spiegarlo anche a qualche altro banino...
Intanto vi saluto con le foto di una bella giornata di sole, dei nostri puazzi che fanno ancora la loro porca figura, l'indirizzo del blog dei nostri amici...
...e una manciata di coriandoli, perchè ne ho la macchina piena!!!
Qpo

mercoledì 2 marzo 2011

a Carnevale... ogni scherzo vale!

In un week end di freddo e maltempo, temerari rischiamo la nostra gita a Viareggio sperando in un colpo di fortuna: che almeno non piova!
Siamo in settanta giovani e ragazzi, nonostante qualche defezione dell'ultimo minuto (jessica... chiara!!!), a giocare la sorte.
"La fortuna bacia gli audaci!" e infatti le maschere di Viareggio ci baciano sotto un cielo grigio, ma che lascia intravedere un pallido sole.
Quest'anno i cappelli colorati servono più per coprirci dal gelo che a far festa e si preparano i carri al riparo sicuro della Cittadella, per non rischiare che la pioggia rovini un anno di progetti e lavoro.
E Noi la pioggia la conosciamo bene, nostra nemica giurata di sempre. Ogni anno il giorno della Sagra dell'Uva la scongiuriamo in ogni modo di non cadere, di non rovinare la Festa e il nostro impegno.
Così, cammiando con gli amici lungo il mare, ricordo il freddo di quando coi Virus facevo il carro all'aperto, nel piazzale del Boccaccio, coi pesci nelle scarpe, ma contento di avere l'occasione di divertirmi in un mondo di cartapesta che non ho più abbandonato.
So che un giorno anche a San Colombano ci sarà un tetto a coprire la testa di chi vuol fare un carro, ne sono convinto perchè credo che dipenda da noi. Se ogni anno partendo dal nulla portiamo in piazza un'opera tale, frutto solo del nostro ingegno, possiamo anche far capire a un borgo di ottomila anime che i carri per noi giovani fanno la differenza!
Intanto oggi la differenza la fanno i pupazzi viareggini, colossi di ingegneria e arte, che sempre prendono vita per sbeffeggiare le maschere dietro cui nascondiamo il volto della nostra vita.
Ecco allora che lentamente comicia a prenderci la musica del Carnevale, quel giorno tutto pazzo in cui un tempo si ammetteva ogni eccesso, ogni scherzo, ogni burla... un giorno unico. Un tempo: oggi forse si esagera, la vita intera è un carnevale!
È troppo, come troppo grande è lo squalo che mi si para davanti facendosi largo tra un banco di tonni in fuga, come Obama e il circo della politica, come il teatrino degli scandali di sesso e potere della nostra povera Italia, come la miseria dell'Africa nera... pazzesco!
Quando poi cala la sera e il freddo si fa più pungente ci fermiamo a bere una cioccalata che ci scalda per bene e siam già pronti per tornare a casa, ma con qualche idea nuova in testa per il prossimo carro e l'entusiasmo di rimettere al più presto le mani nella colla per trasformare insieme la nostra fantasia in realtà.
Qpo